In vacanza con Barbara Millicent Roberts 

In vacanza con Barbara Millicent Roberts (ma si, Barbie!) ci sono andata per tanti anni, dalla materna fino alla quinta elementare. Prima di partire per le ferie le facevo la valigia mettendo dentro costumi, accessori, abiti da sera, ecc. Molti erano comprati in cartoleria o nei negozi al mare dove trovi di tutto, ma tanti erano anche fatti a mano da mamma, nonna, maestra… Barbie viveva sempre avventure memorabili, in campeggio, alla ricerca di tesori, durante feste in crociera, sempre con le sue amiche e all’occorrenza di un cavaliere, con Ken. Niente  trasposizione della vita quotidiana ma avventure degne dei migliori telefilm anni 80. Le giornate passavano in un attimo e ogni occasione era buona per prendere spunto per il successivo “gioco mondiale” – così lo chiamavamo – da fare con le mie amiche. Forse sarei impazzita se mi avessero accompagnato in un posto pieno di Barbie, come ad esempio i due di cui vi vorrei raccontare. In Sardegna, al Forte Village Resort (http://www.fortevillageresort.com/it/bambini-ragazzi/barbie-al-forte-village/) hanno ricreato il mondo di Barbie proponendo alle bambine dai 2 ai 10 anni un’esperienza unica per far vivere loro una intera settimana in compagnia di Barbie. Camere da letto arredate con prodotti Barbie, un beauty-case pieno di saponi e profumi, una bambola come regalo di benvenuto, festicciole a tema, laboratori, lezioni di danza sulle note delle canzoni dei film che hanno come protagonista la nostra amata B. Millicent. Cosa darei per provare una settimana in rosa! Ken off-limits ovviamente.

Ci spostiamo a Bologna, dove a Palazzo Albergati (http://www.palazzoalbergati.com/ ) fino al 2 ottobre 2016, c’è una mostra bellissima dedicata a Barbie, con pezzi unici, da collezione, da sogno! Ho trovato diverse Barbie che avevo, come la Barbie Superstar, la mia preferita. C’è pure Millicent, la prima prodotta, che ancora non ti guardava negli occhi, forse cercava qualcosa di più chic degno della sua attenzione. Poi la Barbie Cowboy-girl con un completo bianco degno di J.R., la Barbie ricciolona uscita dalla Casa nella Prateria, quella vestita da aerobica come Jane Fonda, la vamp con orecchini di diamante che se fossero stati veri le avrebbero rotto il collo.

Insomma, in questa estate rosa voglio lasciare un messaggio: grazie Barbara Millicent, mi hai fatto tanta compagnia e mi hai insegnato a scegliere le scarpe per ogni occasione!

10 cose da mettere in valigia

Ogni anno parto per le vacanze lunghe intorno alla metà di agosto, quando tutti tornano. Un po’ per motivi organizzativi, un po’ perché mi piace pensare che tutti sono rientrati a casa e io invece sto partendo. Quasi come quando da piccola contavo quante patatine toccavano a me e quante a mia sorella e riuscivo sempre a guadagnarne una in più con un numero di illusionismo.Fare la valigia per questa occasione è sempre frutto di lunghe riflessioni e mi piace dedicare una giornata intera a questa attività – leggermente maniacale ma a me piace così.

Oltre all’abbigliamento e al necessario per la spiaggia – si, vado sempre al mare – ho stilato negli anni una lista di 10 cose da non dimenticare che ora vi elenco (popolo maschile, non tutto vi si addice).

1. LIBRI LIBRI LIBRI. Non c’è nulla di più bello che rilassarsi al mare con un bel giallo o un romanzo divertente. Lasciate a casa libri troppo impegnati o che vi fanno venire pensieri tristi e dedicatevi a qualcosa che faccia scattare lo Zsa Zsa Zu letterario!

2. CAPPELLO DI PAGLIA. Perche è bello, lo puoi portare solo in vacanza, ripara dal sole ma fa passare l’arietta fresca, ti fa sentire un po’ Indiana Jones un po’ Pollyanna…e sta bene quasi a tutti.

3. CUFFIE PER ASCOLTARE LA MUSICA. Fatevi una playlist dell’estate e cantate forte in spiaggia, tanto chi vi conosce?

4. KIT DI OLII ESSENZIALI. La mia amica americana Toni me li ha fatti scoprire e mi ha consigliato un kit di base per “principianti”: menta piperita, lavanda, arancio dolce, limone, tea tree. Lenitivi, rilassanti, antiparassitari, antisettici, antispasmodici…

5. UNA YANKEE CANDLE. Rimaniamo in argomento profumato e mettiamo in valigia una delle cose più presenti in casa mia: una candela profumata, per la precisione una Yankee Candle. Vi consiglio per l’occasione profumazioni come “pineapple cilantro” o “pink sand”. Immaginate il piacere di tornare nella vostra camera e mentre vi fate la doccia la candela comincia a spadere il suo profumo….che meraviglia.

6. UN PAIO DI BALLERINE. Stanno bene con tutto, si portano in ogni occasione e ti fanno sentire elegante dall’altezza di un semplice centimetro.

7. UN FOULARD. Vagando su internet ho trovato tanti modi per utilizzarlo e non vedo l’ora di provare! Può diventare un top, un coprispalle, una borsetta, una fascia per capelli…provate anche voi!

8. UNA MOLESKINE. Non un quaderno qualunque, ma una Moleskine con copertina nera morbida ed elastico per chiuderla. Scrivetevi giorno per giorno cosa fate, dove andate, cosa vedete di bello, dove e cosa mangiate. Vi sarà utile quando vorrete ritornarci!

9. UN CUSCINO GONFIABILE. Sta nella borsa e non c’è nulla di più comodo per leggere o dormire.

10. TAPPI PER LE ORECCHIE. Me lo suggerisce un’amica alla ricerca di pace…ma non da mettere in spiaggia, perché il rumore del mare tonifica i sogni!

Dimenticato qualcosa? Non so, per quest’anno va così!

In Baviera alla Tänzelfest 

Sono appena tornata dalla mia quarta Tänzelfest in Baviera e continuo a pensare che sia una delle più belle feste estive che ci siano. Siamo a Kaufbeuren, vicino a Fussen, in Baviera. In occasione della festa che si svolge tutti gli anni intorno a metà luglio, la piccola città colorata, ordinata e pulita, chiude gli ingressi e diventa pedonale. Per entrare devi comprare una targhetta (rigorosamente in legno) con la quale puoi entrare ed uscire quando vuoi per tutta la durata dell’iniziativa. In ogni via spuntano come funghi stand gastronomici, bancarelle che vendono vestiti e accessori dal sapore medioevale-celtico-bavarese, taverne in cui mangiare le specialità locali. Ti può capitare di trovare tavoli apparecchiati in garage privati o sottoscale e persone che mangiano nei posti più impensati come in una grande tinozza piena d’acqua: ti svesti, entri, mangi. Più di 1600 bambini in costumi tipici sono coinvolti, organizzando bancarelle con mestieri tradizionali, giochi da proporre a chi passa, spettacolini con numeri da saltimbanchi. La festa culmina la domenica pomeriggio con una grande sfilata nella quale si alternano carrozze che rappresentano le corporazioni, piene di bambini sorridenti, e bande cittadine che suonano durante tutto il percorso. E nonostante i fiumi di birra che scorrono, non mi è mai capitato in 4 anni di vedere gente molesta o buttata a terra: grande controllo per garantire a tutti di girare serenamente in ogni angolo della città. Mettetela in agenda per il prossimo anno!

Mojito maremmano 

Oggi voglio parlarvi di un posto dove non dovete andare, dove non fanno il migliore mojito della Toscana, dove non si è immersi in una natura genuina. Ecco cosa vi consiglio di non fare.In provincia di Grosseto si trova un piccolo paese che si chiama Alberese, posto all’interno del Parco Naturale dell’Uccellina. Ad Alberese c’è un tabaccaio, un giornalaio che vende dei cappelli di paglia davvero belli, due bar, una gelateria, una lavanderia e un minimarket gestito da due fratelli che con le rispettive mogli e prole tengono aperto tutti i giorni nel periodo estivo. Quasi ognuno di questi negozi noleggia biciclette, per raggiungere la spiaggia all’interno del parco, Marina di Alberese, luogo pressoché incontaminato raggiungibile in auto – numero limitato di ingressi a pagamento, in bus o appunto in bicicletta – 16 km circa fra andata e ritorno. Lungo la ciclabile che collega il paese alla spiaggia si incontrano cavalli, mucche, daini e cinghiali, impossibile annoiarsi! Vi spiego cosa non dovete fare. Sveglia presto verso le 8, per fare colazione e preparare gli zaini con tutto l’occorrente – fondamentali acqua e cibo se non volete spostarvi dalla spiaggia visto che i 3 bar sono un po’ all’interno. Partenza in bicicletta verso le 9, arrivo verso le 10, spiaggiamento immediato. Da quel momento fino alle 17 vi annoierete tantissimo prendendo il sole, facendo bagni rinfrescanti, leggendo e ascoltando musica. Ma ecco che si avvicina il momento-mojito, che troverete al vostro ritorno al bar Magi: ghiaccio tritato, ingredienti dosati nel modo giusto, olive e arachidi. E in quel momento decidete dove andare a cena. Ma non andateci. Non fatevi tentare dalle mie parole. È un posto che deve rimanere incontaminato, cosa dite, ci vado solo io e poi vi racconto? 😉

http://www.naturalmentetoscana.it

Stasera si mangia in cucina

Quante volte a casa, quando ci sono ospiti o occasioni particolari si dice “stasera mangiamo in sala da pranzo”? Bene, qualche sera fa, per festeggiare un compleanno, sono andata in una trattoria fantastica dove ho espressamente chiesto di “mangiare in cucina”. Altedo, Città Metropolitana di Bologna, trattoria Il Truciolo. Più che una cena è un’esperienza! Si tratta di una antica stazione di posta, con quatto piccole salette nelle quali sono sistemati i tavoli, arredate in modo rustico ma con tovaglie e piatti Tognana molto belli. Appena entri sei in cucina: i cuochi ti salutano mentre spadellano tortelli, cuociono cotolette e carne alla brace (quando torni a casa non hai addosso alcun odore di cibo grazie all’ottima aspirazione dei fumi). Il menù non c’è, viene il titolare a raccontarti i piatti del giorno: tagliatelle fatte in casa al ragù bolognese, tagliolini al limone, pennette alla vodka (molto anni ’80 ma buonissime), carne alla brace, arrosti vari e…dulcis in fundo…una cotoletta alla bolognese (cotoletta servita ricoperta di prosciutto e grana fuso) che non ha uguali!! Quando finisci il secondo e stai per decidere che dolce prendere, viene portato in tavola un piatto pieno di fette di torta di mele tiepida, offerta in attesa del caffè. Insomma, oltre a mangiare bene e tanto, si respira aria di tradizioni, di pranzo della nonna, di serate in famiglia! Non vedo l’ora di ritornarci durante le feste di Natale, scommetto che sarà memorabile.http://www.osteriailtruciolo.it/
   
    
    
    
 

Road Book da 3 ore a 3 giorni

Siete in partenza? Volete qualche suggerimento? Ci penso io! Vi preparo un ROAD BOOK personalizzato: da un elenco di semplici suggerimenti alla programmazione completa del viaggio, con tanto di hotel, ristoranti, luoghi e musei da visitare. Voi dovete solo scegliere fra escursioni o viaggi della durata da 3 ore a 3 giorni!Insieme al Road Book (che vi arriverà via mail), vi spedirò a casa un KIT da viaggio contenente materiale di vario genere (mappe, giochi per bambini, cosmetici, ecc.) scelto in base alla destinazione e all’età dei viaggiatori.

Scrivetemi per un preventivo: i costi variano da € 30 a € 60 per destinazioni in Italia; da € 50 a € 80 per destinazioni in Europa.

paolacoluzzitravel@gmail.com

  

Valsamoggia come Salsapariglia

Ieri ascoltavo Radio Deejay e Linus ha raccontato lo stupore di quando ha scoperto l’esistenza di Valsamoggia: “non assomiglia come nome alla Salsapariglia dei Puffi?”. Ad essere sinceri, pur abitando in Emilia Romagna, ho scoperto Valsamoggia solo poco tempo fa e mi è piaciuta subito! Si, perché spesso quando si ha un pò di tempo libero, un pò per pigrizia, un pò per piacere, si va a finire sempre negli stessi posti…

Dunque.

Valsamoggia è un comune che fa parte della Città Metropolitana di Bologna ed è un luogo pieno di storia, partendo da Matilde di Canossa, passando per la famiglia Estense, fino ad arrivare ad un elenco di personaggi illustri come pittori, scultori, sportivi, studiosi,  politici, combattenti in guerra e religiosi, accuratamente citati nel sito del Comune (bello ricordare i propri concittadini che in qualche modo hanno fatto storia, no?).

Tanti sono i borghi e i luoghi limitrofi da visitare, a piedi o in mountain bike, come Castello di Serravalle, Monteveglio, Bazzano (il cui nome deriva da Bacco, Dio del vino…), Crespellano e Savigno (www.comune.valsamoggia.bo.it).

Una cosa però vi voglio raccontare. Da quelle parti passa il Rio Marzatore, nella cui valle si possono trovare fiori protetti, come la SCILLA e il DENTE DI CANE. Proprio lungo la strada che costeggia il rio potete trovare una fonte speciale, dalla quale sgorga, pensate un pò, ACQUA SALATA, fin dall’antichità visitata in quanto ricca di proprietà curative.

Andate a farci un giro, approfittando per mangiare qualche specialità locale come tagliatelle ai fegatini di pollo, piatti al tartufo, gnocco fritto e altre delizie.


Agatha Christie è passata da punta San Vigilio

Sono stata accanita lettrice di Agatha Christie, collezionando nella mia libreria tutti i suoi romanzi. Una delle cose che mi è sempre piaciuta è l’atmosfera che riesce a creare, fatta di ambienti naturali idilliaci ma percorsi lo stesso da misteri misteriosi. Adoro le vecchiette con il golfino di lana, i colonnelli in pensione, le giovani con gli occhiali e il tailleur di tweed e le cameriere che si chiamano sempre Gladys, che popolano tutti i suoi romanzi. Ho scoperto un posto che avrebbe potuto essere scelto dalla Christie per un romanzo dal titolo “Assassinio nella limonaia” oppure “Unico testimone: un cigno”. Si tratta di Punta San Vigilio, sul Lago di Garda (http://www.punta-sanvigilio.it/), sin dal 1500 luogo dove attraccavano le imbarcazioni per far godere ai propri passeggeri molto spesso illustri -sono passati dalla camere della locanda re, zar, attori e statisti- i piaceri di un luogo incantato immerso nella natura. Se arrivi dalla strada, una volta parcheggiato, imbocchi una strada sterrata e arrivi ad un arco con merlature. In quel momento sai che stai per varcare un luogo unico. Ti trovi in un piccolo spiazzo sul quale si aprono le porte della locanda, di un piccolo negozio di oggettistica e di una limonaia m e r a v i g l i o s a: non si può entrare ma attraverso il cancello puoi vedere in lontananza una statua in stile classico e diversi vasi fra cui uno laccato blu veramente bello. Poi attraversi un altro arco e ti trovi nel piccolo molo con una distesa di tavolini dove prendere un aperitivo al tramonto (anche se io ci avrei passato la giornata) in compagnia di cigni bianchi e anatre selvatiche. Che spettacolo!!! 

P.s. Vi dico solo che sempre li, raggiungibile a piedi con una piacevole passeggiata, c’è una baia chiamata Baia delle Sirene…

   
    
    
 

Giumè, ristorante sull’acqua a Casalborsetti

Se passate per Ravenna (http://www.turismo.ra.it/ita/) o se abitate nelle vicinanze, non potete non passare per Casalborsetti, al ristorante Giumè (http://www.lidinordravenna.it/struttura/ristorante-giume-casalborsetti/).Perché più che mangiare, farete un’esperienza che sa di pesce e di mare.

Appena arrivate al canale che porta alla spiaggia vedete in lontananza il ristorante: si tratta di una di palafitta sul mare alla quale si accede tramite una rampa di legno. Una location meravigliosa perché si mangia proprio SUL mare. Ci sono andata diverse volte sia a pranzo che a cena e lo spettacolo è davvero unico in entrambi i casi. Se poi è una giornata ventosa, gli spruzzi delle onde del mare si infrangono nelle piccole finestre e ti viene subito da pensare che di li a poco salperai verso una lontana destinazione. Invece arriva una cameriera gentile che ti chiede se può portarti un’insalata CON o SENZA cipolla tropea. Si, perché il menù prevede solo pesce alla griglia, insalata (con quell’unica variante), sorbetto e caffè. Stop. Dico solo, ma in quella parola sono racchiuse tutte le varietà possibile di pesce fresco che il mare locale propone, con quel sapore da griglia che raramente puoi apprezzare al ristorante.


Appena ordinato acqua e vino, il proprietario ti accompagna a scegliere cosa vuoi mangiare e ti porta al cospetto di sua maestà la Griglia: ti apre diversi cassetti frigorifero dentro i quali c’è il pesce fresco: gamberoni, calamari, anguille, rombi, sogliole, soasi, gallinelle di mare, ecc… Appena hai scelto torni al tuo tavolo e aspetti che arrivino le delizie che hai ordinato. Io non so resistere all’anguilla ma ancora di più alle teste di calamari: croccanti e leggermente bruciacchiate. Yummy!


  

Una notte sull’isola Maggiore del Lago Trasimeno

È il 30 maggio, il sole scalda ma ancora non scotta. Arriviamo sull’isola (http://www.trasimeno.ws/isola_maggiore_it.html) prendendo l’ultimo traghetto disponibile delle 17.30 da Castiglione del Lago (PG). Ancora non sono previste tante corse perché non è iniziata la stagione turistica, così ci accorgiamo appena arrivati che fino al giorno dopo saremmo stati davvero pochi: i 17 attuali residenti e noi 3… In compenso l’isola è piena di fagiani e conigli che girano liberamente per le strade, nei giardini privati, sul molo, ecc…
  Provo una liberatoria sensazione di pace e serenità passeggiando per le stradine deserte, arrivando fino al punto più alto (circa 300 mt) e tornando giù fino all’appartamentino che ho prenotato (http://www.casavacanzeida.com/ida/it/), il tutto in meno di un’ora! Il sentiero è dedicato a San Francesco che sull’isola aveva trascorso una quaresima, lasciando impresse nella roccia le impronte dei gomiti e delle ginocchia. Ormai tutti i negozi sono chiusi, le poche persone che vi abitano sono in casa e il tramonto è bellissimo .

  

  

Lo ammiriamo dal ristorante L’Oso (http://www.ristoranteloso.com/) dove mangiamo da soli, siamo gli unici turisti in circolazione. La cena è davvero buona, tutta a base di pesce di lago: gnocchetti al ragù di pesce e spiedini di persico. Il mattino dopo ci viene servita la colazione direttamente sul piccolo molo privato del ristorante e di li a poco ricomincia il viavai di traghetti, ma noi ne approfittiamo per visitare il Museo del Merletto, la Casa del Capitano e la Chiesa di San Michele Arcangelo. Purtroppo il Castello Guglielmi non è visitabile, il cantiere dei lavori di restauro è rimasto bloccato per una serie di motivi… 

Questa isola ha una bella storia da raccontare, spesso dura e difficile ma ricca di tutto quello che gli abitanti hanno sempre condiviso, curato e amato. Andateci!

Travel organizer per chi ha un sogno. In fondo "Siamo sempre solo di dove vogliamo essere il resto è semplice geografia della scusa" C. Ronzullo